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Il Marsala

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Questo eccellente vino da fuori pasto e da dessert è nato per caso, come spesso è accaduto per altre "scoperte". Nel secolo XVIII gli Inglesi avevano cominciato a dimostrare un certo interesse per la produzione vinicola della zona di Marsala. Essi volevano creare un prodotto che fosse all'altezza dei vini portoghesi e spagnoli e che potesse far loro concorrenza. Nel 1773 l'lnglese John Woodhouse ebbe la geniale idea di aggiungere alcuni litri di finissimo alcol in ogni "pipa" di vino Marsala da inviare in patria (si suppone due litri per ettolitro; la "pipa" ha un contenuto di circa quattro ettolitri). Si sapeva che anche i Portoghesi e gli Spagnoli aggiungevano alcol ai loro vini, ma non si conosceva la loro tecnica di preparazione e i metodi di affinamento. L'aggiunta di alcol al vino di Marsala aveva, secondo l'intenzione di Woodhouse, lo scopo di meglio conservare il vino e di permettergli di sopportare il lungo viaggio via mare senza subire danni.
Il vino arrivò non solo in perfette condizioni ma acquistò tale vigore e tale profumo che in pochi giorni fu esaurito. L'esperimento poteva dirsi completamente riuscito. ll nostro mister John capì subito l'importanza della scoperta e da abile uomo d'affari, preso in affitto un rudimentale deposito di vino, vi costruì il primo stabilimento. Nasceva ufficialmente il Marsala, l’unico, grande concorrente dei famosi vini di Porto, Madera e Sherry.
Agli inizi del 1800 un altro inglese, Benjamin Ingham, portò il prodotto finito ad altissimi Iivelli qualitativi grazie agli studi enologici intrapresi e all'opera di convincimento presso i viticoltori locali affinchè applicassero norme razionali per la coltivazione dei vigneti e la tecnica di vinificazione. Creò inoltre una perfetta organizzazione commerciale che fece giungere il vino Marsala a tutti i mercati europei e americani, nei quali era completamente sconosciuto.
Questo nuovo commercio suscitò l'interesse degli Italiani i quali, verso il 1833-34, scesero in lizza con un loro validissimo esponente,Vincenzo Florio. La tenacia, lo spirito d'iniziativa, la tecnica enologica, nonchè una formidabile flotta mercantile permisero al Florio di superare i rivali e di diffondere in tutto il mondo il suo Marsala.
La denominazione "Marsala" è riservata al vino preparato esclusivamente nella provincia di Trapani, isole escluse, nella parte occidentale della provincia di Palermo e nella provincia di Agrigento confinante con la provincia di Trapani.
ll vino Marsala deve essere posto in commercio con una delle seguenti denominazioni:
Marsala fine
Marsala superiore
Marsala vergine
Marsala speciale
La legge stabilisce che il periodo minimo di invecchiamento per il Marsala fine deve essere di almeno sei mesi, per il Marsala superiore di un anno e per il Marsala vergine di cinque anni.
Le uve dalle quali si ricava ll vino grezzo provengono dai vitigni grillo, catarratto, inzolia e catanese. Per la preparazione del mosto cotto si ricorre generalmente al vitigno catarratto.
I grandi Marsala secchi e stravecchi sono eccellenti vini da dessert, da fuori pasto e da aperitivo. Altamente tonici e ricostituenti, possono essere somministrati a persone deboli, affaticate e convalescenti.
(da un articolo di Adriano Romano)