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L'ubriaco (F. Guccini)

 

Appoggiato sulle braccia, dietro al vetro d'un bicchiere,
alza appena un po' la faccia e domanda ancora da bere.
I rumori della strada filtran piano alle pareti,
dorme il gatto sulla panca e lo sporco appanna i vetri.

Cade il vino nel bicchiere poi nessuno più si muove
e non sai se fuori all'aria ci sia il sole oppur se piove.
E quell'uomo si ricorda e, per uno scherzo atroce,
quasi il vino gli dà forza, l'illusione gli dà voce.

E si alza sulle gambe, sbarra gli occhi e poi traballa,
come con i riflettori sopra il gesto delle braccia..
La la la la la la ..

Ma si ferma all'improvviso e ricade giù a sedere,
torna l'ombra sul suo viso, torna il vino nel bicchiere.
E lontano, oltre, nel tempo, una folla misteriosa
è scattata tutta in piedi, grida: "Bravo, bene, ancora!"

Son tornati i riflettori sul suo viso e sulle mani,
si alza e accenna ad un inchino per quei pubblici lontani.
E più forte tra quei muri quella voce ora si è alzata
e fa tintinnare i vetri e rimbalza sulla strada...
La la la la la la ..La la la la la la ..

(da un'intervista di F. Guccini:
L’ubriaco è la fusione di due personaggi. Io ho fatto anche il giornalista per un anno e mezzo in un giornale di Modena, un giornale di provincia. C’era un portiere, fattorino, tuttofare, un signore anziano, anziano come potevo vederlo io che avevo vent’anni e allora sarà stato magari molto più giovane di quanto non lo sia io adesso. Era un ex cantante di operetta. Molto umile, servile. Ogni tanto i cronisti più vecchi di me lo prendevano in giro, ma bonariamente:"…dai, facci un acuto!" "Ma no dottore non son più capace...". E questo è uno dei due personaggi. L’altro invece è uno che avevo incontrato in un’osteria di Bologna, che era sempre perso nel vino. Era alcolizzato ed era anche lui un ex cantante. Da questi due personaggi è nato l’ubriaco. )